BY: Nicola Orichuia
Caro Alessandro (ti do del “tu”, visto che abbiamo la stessa età), Ho letto ieri con grande interesse il tuo articolo “La crisi dell’italiano nelle università americane: che fare?”. Su alcuni punti sono d’accordo, mentre su altri mi piacerebbe iniziare un dibattito, e chissà che questo non sia possibile proprio qui, sulle pagine de La Voce di New York.
Parto dalla fine, perché in realtà è il punto fondamentale che dobbiamo discutere. Tu sostieni che la cultura italiana è in crisi. Lingua e cultura vanno di pari passo, per cui se una è in crisi, lo sarà anche l’altra. Io invece ho notato che l’interesse per la cultura italiana – a vari livelli – è più forte che mai. Forse la mia è una percezione leggermente distorta, vivendo nell’area di Boston, Massachusetts, dove c’è un’altra concentrazione di scuole e università. La mia esperienza sul campo, prima come giornalista e ora come titolare dell’unica libreria italiana/italo-americana della nostra zona, mi ha convinto che l’interesse c’è, ma che spesso questo non ha modo di essere soddisfatto.
SOURCE: http://www.lavocedinewyork.com/
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