Rana: «Negli Usa? Abbiamo aperto a tempo di record»

Dec 06, 2012 1970

La Camera di Commercio americana ha consegnato all'imprenditore il prestigioso «Transatlantic Award»
Il patron del Pastificio: «Qui ci abbiamo impiegato 7 anni, là 11 mesi, in Italia siamo vittime di una burocrazia idiota»
«Quello che ho fatto in sette anni qui a Verona a San Giovanni Lupatoto, sono riuscito a farlo in undici mesi negli Stati Uniti....Grazie America». Con queste parole l'altra sera Giovanni Rana ha esordito davanti alla platea di oltre 450 imprenditori italiani e statunitensi in occasione della cerimonia-cena di gala in cui l'imprenditore veronese ha ricevuto il «Transatlantic Award», riconoscimento che l'American Chamber of Commerce in Italy assegna ogni anno alle imprese americane che si sono distinte per investimenti nel nostro Paese e a quelle italiane che hanno dato vita ad avventure imprenditoriali negli States contribuendo così alla crescita dei due Paesi. E al Pastificio Rana - premiato l'altro ieri con altre «colleghe» italiane come Impregilo, Sofidel e GranitiFiandre, e con le americane Agco (Laverda spa), Dow e Heinz - è stato riconosciuto il merito dell'importante investimento a Chicago: uno stabilimento con due linee produttive per i sughi (pesto e carni) e 3 linee per la pasta fresca ripiena e con un'ottantina di dipendenti già impiegati. Ma non c'è solo Chicago, c'è anche il ristorante di New York, la cui formula vincente sta per essere replicata con l'apertura di un altro, sempre nella Grande Mela. «E tutto questo», ha precisato Giovanni Rana, «l'abbiamo realizzato in tempi inimmaginabili in Italia, qui da noi per fare uno stabilimento ci abbiamo impiegato una vita, abbiamo dovuto avere 80 permessi, ma quello che è assurdo è che ti rendi conto, come imprenditore, che quella con cui abbiamo a che fare in Italia è una burocrazia idiota, perché ci vengono richieste pratiche che spesso contrastano e creano confusione, ci vogliamo fare proprio del male da soli. Ecco perché», si sfoga Giovanni Rana, «ci devono chiamare imprenditori eroi, oltre alle difficoltà già grandi del mercato, dobbiamo affrontare in Italia anche quelle della macchina amministrativa». Il sogno da bambino quindi si è realizzato? «Sicuramente si è concretizzato», risponde Rana, «ci eravamo andati vicini circa vent'anni fa, ma non avevamo l'attrezzatura, inoltre mio figlio Gian Luca aveva appena finito la scuola, non eravamo pronti, ora invece siamo riusciti a farlo: esportavamo già negli Stati Uniti, ma ci siamo resi conto che serviva, per un prodotto fresco come il nostro, realizzarlo sul posto là, da qui la decisione e, devo dire, grazie anche alle persone che hanno collaborato con noi e alle agevolazioni offerteci dall'Illinois, abbiamo aperto a Chicago la produzione e a New York la ristorazione». Alla cerimonia l'altro ieri sera è intervenuto anche l'ambasciatore Usa in Italia David H. Thorne il quale ha ribadito «la grande attenzione del presidente Obama alle vicende europee ed italiane» e ha spiegato come «il governo americano sia impegnato a promuovere una sere di agevolazioni per gli investimenti di aziende italiane negli Usa». Il responsabile dell'American Chamber of Commerce in Italy, per il territorio scaligero, Alessandro Pigozzi, ha tenuto a sottolineare «che in pochi anni ben due aziende con base a Verona sono state insignite del prestigioso premio del Transatlantic Award: l'americana Aptuit e ora Rana. Questo grazie anche al lavoro di supporto e consulenza, silenzioso ma efficace, dell'American Chamber of Commerce sul territorio».

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