
Dopo il clamoroso trionfo dell'Otello alla Scala (5 febbraio 1887), ancora una volta fu Boito a spronare Verdi, perché si decidesse a scrivere un'altra opera, possibilmente un'opera comica.
Grazie al suo librettista e collaboratore Arrigo Boito, Verdi potè lavorare ancora meglio che per Otello.
E aveva ragione per amare il personaggio di Falstaff: pancione, pelato, ma nobile e fiero, è in fondo ingenuo e incapace di auto-critica. Con un protagonista del genere, era senz'altro assicurata una grande opera buffa.
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