
Nel 1861, quando il neonato Regno d’Italia stabilì relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti d’America, la diplomazia dell’aria e dello spazio non esisteva. Con l’eccezione di pochi palloni aerostatici, l’umanità era allora saldamente ancorata al suolo, la tecnologia non esisteva e le distanze e i mari sembravano invalicabili.
Lo scenario cambiò nel 1903, quando i fratelli Wright inventarono l’aeroplano. Nel 1909 fu proprio Wilbur Wright a istruire il primo pilota italiano, Mario Calderara. Nel 1917 l’Italia accolse quasi 500 allievi americani che a Foggia impararono a volare e, sui bombardieri Caproni, scoprirono i concetti del potere aereo che Giulio Douhet andava formalizzando.
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