Il 1 agosto 517, Ursicino, lettore della Scuola dei sacerdoti della cattedrale di Verona, annota, con firma e data, il manoscritto che ha appena finito di trascrivere con le agiografie, cioè le vite di due santi. Non poteva certamente nemmeno immaginare che il suo nome avrebbe contrassegnato, 1500 anni dopo, le origini della più antica biblioteca del mondo: la Capitolare di Verona. Lo scenario di quell’antico tempo era lo scrittorio di una scuola, sorta all’ombra della chiesa principale di Verona, dove si formavano i sacerdoti. Servivano libri di studio per loro: la Bibbia, ma anche le vite dei santi e i testi liturgici.
E così era stata predisposta una sorta di officina e di laboratorio librario, dove gli amanuensi trascrivevano gli antichi codici. Ursicino, in quel primo agosto, aveva finito la Vita di san Martino di Sulpicio Severo e la Vita di san Paolo di Tebe di San Girolamo. Un lavoro importante e lungo, visto che firma a pagina 117 di quello che, nel catalogo della Capitolare, oggi, è il manoscritto 38.
SOURCE: http://m.larena.it
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