Mancusi: «Caruso cerca ancora casa nella sua Napoli»

Jul 05, 2017 1820

BY: Donatella Longobardi

«Nei dialoghi immaginari con lui gli chiedo spesso cosa fare con tutti i suoi ricordi, ci teneva tanto a farsi chiamare commendatore, e ora sono commendatore della Repubblica italiana anche io...». Aldo Mancusi non trattiene l’emozione. Da più di quarant’anni ha raccolto cimeli e memorabilia e realizzato al secondo piano della sua casa il Museo Caruso di Brooklyn, a New York. L’unico negli Usa intitolato al grande tenore napoletano, una delle poche collezioni esposte stabilmente eccetto quella di Villa Bellosguardo di Lastra a Signa nella dimora che appartenne al cantante e quella di Sorrento in un ristorante-museo del centro. «Vorrei donare tutto, mandare tutto in Italia, mi piacerebbe che si trovasse una sistemazione definitiva a Napoli.

Caruso dovrebbe trovare casa a Napoli, è quello il luogo ideale», dice Mancusi, madre di Gragnano, papà di Sarno, una vita negli States dove ha lavorato come piccolo imprenditore nell’edilizia. E sempre con la passione di Caruso nel cuore. «Mio padre Evaristo ascoltava i suoi dischi, sono cresciuto nel culto di don Enrico, per noi italiani d’America resta un mito, è inconcepibile che proprio Napoli e l’Italia tengano in così scarso conto la sua memoria», insiste l’appassionato cultore che almeno due volte la settimana riceve le visite dei fan carusiani, mostra i cimeli più preziosi, predispone ascolti e filmati.

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SOURCE: http://www.ilmattino.it

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