
di Riccardo Giumelli
C'era Un italiano in America di Alberto Sordi e Vittorio De Sica, poi c'è Un italiano in America di Beppe Severgnini. Io, più modestamente, non foss'altro per l'accostamento di termini, ho passato qualche giorno da sociologo italiano in America.
L'esperienza è stata straordinaria, perché è straordinario essere un sociologo italiano in America: sei costantemente soggetto alla sorpresa, addirittura alla meraviglia, e non solo perché l'America è capace di sorprenderti, ma perché non appena gli altri scoprono che sei italiano succede sempre qualcosa di inaspettato, che vale la pena vivere.
Fonte: La Voce di New York
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