L'Italian Business & Investment Initiative il 2 maggio ha celebrato il suo secondo anno di attività su New York presentando otto start up della scuderia Mind the Bridge di San Francisco e Vertis di Napoli (Atooma, Bad Seed Entertainment, Cogisen, Hyperfair, Italianbox, Map2App, Myze, Weendy).
Le imprese nascenti da un lato, gli investitori dall'altro. E i business angels e gli sponsor a dare man forte ai giovani (a volte giovanissimi) imprenditori.
L'evento è diventato ormai un appuntamento atteso dalla comunità americana di investitori, fondi e venture capitalist interessati a scoprire idee di business e di impresa rigorosamente nate in Italia ma dall'aspirazione globale. È il terzo anno, infatti, che IB&II unisce Stati Uniti d'America e Italia (l'evento di New York però è al suo secondo appuntamento), facendo da ponte tra i due Paesi e creando un network di relazioni industriali. Da quando è nata l'iniziativa (era il 2010) gli americani hanno potuto conoscere un'Italia differente: giovane, high-tech, imprenditoriale, grintosa che ha voglia di conquistare il mercato Usa. Oggi il nostro Paese si presenta a New York come una squadra integrata i cui giocatori - Intesa San Paolo Start-Up Initiative, Mind the Bridge, Fulbright BEST, Innogest, Italia Camp, Vertis, NIAF (National Italian American Foundation), Consolati di New York, San Francisco e Boston – esprimono un ecosistema performante che crea business in Italia, lo finanzia e lo esporta offrendo opportunità interessanti per gli investitori americani.
Fino a oggi 60 aziende hanno potuto sfruttare questa opportunità: alcune hanno trovato investitori che le hanno finanziate, altre hanno anche aperto filiali commerciali negli Stati Uniti d'America.
Sono più di 20 gli incontri e le tavole rotonde realizzate in questi tre anni di lavoro per spiegare le opportunità che l'Italia offre anche in questi momenti di crisi. Un esempio su tutti: a febbraio di quest'anno è stata lanciata la "Davos" italiana a New York: Italy Meets the United States of America . L'obiettivo? Aprire un dialogo diretto e annuale tra la leadership italiana – governo e aziende – investitori e opinon maker americani. L'Italia, in questo suo piccolo angolo di New York, guadagna stima, rispetto e ammirazione. E crea business e ricchezza.
di Fernando Napolitano / Panorama.it
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