L’Italia del tessile cresce, leader in creatività e innovazione. Ma frenata da tensioni politiche e costi energetici

Jan 29, 2019 468

BY: Silvia Pieraccini

Sul piano della creatività e della ricerca di nuovi mix e di nuove nuances, le aziende italiane dei filati restano imbattibili, come si è visto al salone fiorentino Pitti Filati numero 84, principale appuntamento mondiale del settore (fino a venerdì 25 alla Fortezza da Basso con 119 marchi di cui 21 esteri che espongono le collezioni di filati per maglieria per la primavera-estate 2020). Imbattibili lo sono anche sul fronte della sostenibilità e delle certificazioni ambientali, ormai richieste da tutti i brand della maglieria.

Il dilemma è capire se queste armi - creatività, ricerca e sostenibilità – basteranno ad affrontare un anno che non s’annuncia una passeggiata, perché Paesi strategici come la Germania e la Cina stanno rallentando, perché i consumatori cambiano rapidamente, perché il settore moda vede più nero di qualche mese fa. Un anno che segue un 2018 formalmente in crescita per l'industria italiana dei filati - +2,7% il fatturato arrivato sopra 2,9 miliardi secondo le stime di Confindustria Moda, grazie soprattutto all'export (+3,6%) trainato dai filati di lana e di lino – ma che nella sostanza è stato “drogato” dai rincari delle materie prime che hanno costretto ad aumentare i listini. Per molti operatori, dunque, la crescita di fatturato non è andata a braccetto con aumenti produttivi.

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SOURCE: https://www.ilsole24ore.com

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