Speciale CGIE/ Bonino ci ha riconosciuto come interlocutori: il punto di Carozza al termine della plenaria

Jun 28, 2013 1206

È soddisfatto Elio Carozza: i lavori della plenaria si sono appena conclusi alla Farnesina, e il Segretario Generale del Cgie fa una sintesi di quanto accaduto negli ultimi tre giorni. In questa prima plenaria dell'anno, il Consiglio generale ha conosciuto il nuovo viceministro Archi, ha incontrato il "suo" Presidente, il Ministro degli Esteri Emma Bonino, e ribadito alcuni punti fermi. Primo fra tutti: elezioni a marzo 2014.

"Il Ministro Bonino ha riconosciuto nel Cgie un interlocutore formale del Mae", ci dice Carozza. "E ha confermato che la questione italiani all'estero è e verrà considerata parte integrante della presenza dell'Italia nel mondo, così come le istanze della rappresentanza di questa immensa comunità".

Nelle parole di Bonino, Carozza ha letto anche la "conferma che nel 2014 ci saranno le elezioni per rinnovare Comites e Cgie. Abbiamo chiesto con forza che vengano iniziate le procedure e indette le elezioni: il Ministro ha sostanzialmente dato il suo consenso; poi, ricordando che nella seconda parte del 2014 l'Italia avrà la Presidenza dell'Ue, di fatto ha confermato che voteremo nella prima parte dell'anno".

Compito del Consiglio – come emerso dalla plenaria – è ora "seguire passo passo l'iter, che deve ancora cominciare, del Regolamento di attuazione della legge approvata nel luglio 2012, avere risposte certe sulle modalità di voto elettronico, affinché garantisca garanzia e assicuri forte partecipazione".

Sul fronte costituzionale, il Cgie "ha ribadito la sua apertura al dialogo" ribadendo che "chi mette mano al voto deve tener presente l'effettività del voto". Per il resto, "difenderemo la circoscrizione estero" attaccata dai "saggi".

"Come previsto nel nostro ordine del giorno – ha aggiunto – se la riforma costituzionale porterà ad un Senato dei territori, o delle regioni, è chiaro che sarebbe quello il luogo privilegiato per la rappresentanza degli italiani all'estero. Ma è anche impensabile non avere una presenza alla Camera, che sarà il ramo competente a dare fiducia al Governo. Chiederemo incontri con il Comitato dei saggi, il Ministro Quagliarello e le commissioni competenti per partecipare attivamente al percorso della riforma".

Tra i temi affrontati in plenaria, ampio spazio è stato dato alla cittadinanza e alle nuove mobilità.

Sul primo punto il Cgie ha confermato che "ius soli e sanguinis possono coesistere benissimo e noi italiani che vivono all'estero ne siamo la dimostrazione, visto che abbiamo beneficiato di entrambi".

Quanto alle nuove mobilità, "come ha indicato il Ministro, ma anche la relazione del Comitato di Presidenza, si tratta di una questione che non è legata alla "fuga di cervelli". Come ha detto Bonino si tratta di cervelli "nel" mondo. ma questa plenaria ha pure confermato quando sia sconosciuto questo fenomeno al nostro Paese. Dunque dobbiamo monitorare e, soprattutto, capire. Ne parleremo nelle continentali a settembre per fare poi il punto della situazione alla plenaria di fine novembre".

Quanto, infine, alla riforma di Comites e Cgie, secondo Carozza è definitivamente passato il messaggio che è meglio votare con la vecchia legge: "sia il Governo che il Senato ci ha ribadito l'importanza di una riforma della legge che potesse tener conto anche delle nuove mobilità. In realtà, coi dati di oggi e i giovani che si tengono ben lontani dall'Aire – che fornisce la base elettorale dei Comites – questo è un falso problema. Anzi, io l'ho definito un potenziale "nuovo pretesto" per non attenersi alla legge attuale. E devo dire che ci sono venuti incontro".

"La legge sui Comites va ancora bene, è importante modificare quella sul Cgie, ma non si può mettere il carro davanti ai buoi. Dopo la riforma dello Stato – ha chiarito Carozza - si penserà al nuovo Cgie. Se da questa riforma uscirà una rappresentanza rafforzata per gli italiani all'estero, in entrambe le Camere o, come fanno i francesi, in grado di eleggere i loro rappresentanti in proporzione al loro numero, allora si può anche pensare ad un Cgie che funga da osservatorio. Se, invece, arriveremo ad eliminare gli eletti all'estero, allora il Cgie dovrà essere rafforzato, con poteri come il Cnel. E questo il Senato, e il Comitato per le Questioni all'Estero del Senato l'ha capito".

Dunque, tanta carne al fuoco, tra riforme su cui vigilare e lavori da seguire, in vista della plenaria di fine novembre, che ospiterà anche l'importante seminario sulla rappresentanza.

Fonte: AISE

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