A volte ritornano. Quasi mai per questioni di cuore, quasi sempre per ragioni di portafoglio. Così come se n’erano andate per sfruttare un vantaggio, così ora che quel vantaggio non c’è più, ora che sono cambiati i fattori determinanti per la competizione sui mercati, imboccano la strada inversa.
Buon per il Paese, buon per l’industria nazionale, che vede invertirsi la tendenza alla delocalizzazione e rimpatriare decine di aziende che negli anni 90 o nei primi Duemila erano emigrate nel Far East o nell’Est Europa. Bene per l’occupazione, perché almeno una parte dei posti di lavoro perduti quando gli stabilimenti si spostavano oltreconfine stanno gradualmente tornando in Italia.