L'accordo di libero scambio che dal 28 maggio scorso ha permesso all'Italia di esportare verso gli Stati Uniti salumi a breve stagionatura ha dato i suoi frutti. Nel solo mese di giugno le quantità esportate hanno fatto segnare un +19,8% in termini di volumi, pari a un +25,9% in valore rispetto allo stesso mese dell'anno prima. La traduzione delle percentuali si concretizza in 507 tonnellate di prodotto e 6,1 milioni di euro.
Meno maiali sul mercato e calo dei prezzi delle materie prime sono i principali fattori che hanno fatto salire le quotazioni. I dati arrivano da Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole) di Mantova, e sono riportati nel rapporto mensile sull'andamento economico del settore suinicolo. "In questi ultimi mesi – approfondisce l'argomento Gabriele Canali, direttore di Crefis – abbiamo assistito a una evoluzione positiva delle quotazioni dei suini sia per il consistente calo dei prezzi delle materie prime, sia per effetto dell'apprezzamento del suino pesante.
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