La Sicilia dice no al Muos, sistema di comunicazione satellitare della marina statunitense. La decisione era nell'aria dopo gli scontri tra manifestanti e polizia dei giorni scorsi nell'area antistante il sito di installazione del sistema. La presa di posizione del governatore siciliano Rosario Crocetta spariglia le carte di un gioco più grande dei soli interessi siciliani, gettando nell'imbarazzo l'Italia, più per il modo in cui si è giunti a questa decisione che per il merito della stessa.
Il Mobile User Objective System (Muos) è un sistema di comunicazione satellitare a banda larga basato sulle necessità della US Navy. Il Muos è costituito da quattro satelliti e altrettante basi di comunicazione terrestre, due negli Stati Uniti – Hawaii e Virginia – una in Australia e l'altra in Sicilia. Attualmente solo la stazione siciliana non è ancora stata completata. Il sistema è studiato per fornire un notevole incremento di capacità di comunicazione a livello tattico, con la possibilità di inviare simultaneamente voce, video e dati.
Washington ha siglato un accordo bilaterale nel 2001 con l'allora governo Berlusconi, che prevedeva la costruzione della stazione di comunicazioni nella Riserva naturale orientata sughereta a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Nel 2006 il governo Prodi ha ratificato l'accordo, imponendo però il rispetto delle normative ambientali e quindi demandato il nulla osta alla regione Sicilia. Da allora la regione autonoma, la provincia e i comuni interessati non sono stati in grado di produrre una valutazione di impatto ambientale adeguata fino al 2011.
Sono stati gli americani i primi a fornire uno studio tecnico sulle onde elettromagnetiche prodotte dal sistema. Secondo glia mericani non vi sarebbero problemi per la flora e la fauna della riserva, anche se le onde elettromagnetiche prodotte dalle antenne sono decisamente potenti. Il comitato No Muos sostiene invece che il fascio del segnale delle antenne sia superiore ai limiti consentiti dalla legge fino ad una distanza di 135 km. Le antenne hanno però una limitatissima dispersione laterale e il loro fascio è rivolto verso il cielo, cioè nella direzione del satellite che supportano. A rigor di logica il fascio non dovrebbe passare attraverso zone abitate, a meno che in Sicilia non si sia costruito anche nella troposfera.
Secondo lo studio redatto dal professor Massimo Zucchetti, l'impianto potrebbe essere realmente pericoloso per la salute e per l'ambiente. Zucchetti sostiene che il tipo di radiazione emesso sia pericoloso per la salute umana, anche se il professore riconosce che la popolazione di Niscemi potrebbe essere esposta al fascio elettromagnetico solo in caso di errore o malfunzionamento. Dato che le antenne sono puntate verso il cielo, Niscemi potrebbe essere investita dal fascio solo se le antenne stesse venissero per errore "girate" verso l'abitato. Si presume però che in questo caso i tecnici sarebbero abbastanza rapidi da spegnere immediatamente il sistema per evitare danni, sia alla popolazione che alle antenne (rimane il fatto che se ci si dovesse basare solo su questa considerazione per dare parere negativo, allora non si dovrebbe più costruire nulla di potenzialmente pericoloso in tutta la penisola).
Zucchetti sostiene poi che l'angolazione del fascio elettromagnetico metta a rischio la navigazione aerea. Fasci di microonde del raggio di venti metri si potrebbero trovare ad una quota compresa tra gli zero e i 10.000 metri a una distanza fino a 30 km dal sistema. L'intensità delle microonde sarebbe sufficiente per provocare danni gravi ai sistemi di comunicazione e controllo degli aerei che dovessero attraversare il fascio. Zucchetti sostiene che il rischio è alto perché l'area è soggetta ad intenso traffico aereo (anche se non ne specificano il valore di intensità). L'aeroporto di Comiso si trova a soli 19 km, mentre quello militare di Sigonella a 52 km e Catania/Fontanarossa a 67 km.
Posizione eccepibile quella del traffico aereo. Si presume che gli aerei militari in transito su Sigonella siano consapevoli del fascio di microonde, dato che il Muos è un sistema ad uso militare. Catania/Fontanarossa è a distanza sufficiente perché il fascio non intercetti la rotta di discesa degli aerei. Per quanto riguarda l'aeroporto di Comiso, l'autorizzazione per la sua riconversione è datata maggio 2004, quindi successiva all'identificazione di Niscemi come sito Muos. In questo caso è dunque la riconversione dell'aeroporto a dover tenere conto del Muos, non il contrario. In ogni caso la presenza del Muos sarebbe segnalata sulle mappe di navigazione come ogni altro pericolo per il volo e vincolerebbe i piloti al suo rispetto, esattamente come la presenza di montagne, spazi aerei chiusi, nazioni pericolose.
Resta la preoccupazione dell'impatto che il Muos potrebbe avere sull'area protetta. Il sistema potrebbe creare seri scompensi alla fauna locale, diminuendo ulteriormente la presenza di specie protette che la abitano. Per converso, la presenza di un sito militare di importanza così rilevante porterebbe ad un aumento dei controlli sull'area, fornendo forse una maggiore tutela da eventuali malintenzionati.
A stupire di più è però il comportamento del governatore regionale Crocetta. Fino agli scontri tra gli attivisti No-Muos e la polizia, il governatore si era ben guardato dal prendere posizione sulla questione. Dopo i tafferugli, il Muos sembra essere diventato il punto cardine della protezione della salute dei siciliani e dell'autonomia politica e legislativa della regione. Certo è che se il governatore volesse essere realmente coerente sulla questione della protezione ambientale e della salute dovrebbe per decreto bloccare il 90% delle attività commerciali e industriali dell'isola.
Una risposta chiara e definitiva sul Muos poteva essere data agli americani già pochi mesi dopo la ratifica dell'accordo se gli enti preposti si fossero degnati di preparare la valutazione di impatto ambientale. Nella latitanza degli enti, l'allora governatore siciliano concesse agli americani di iniziare i lavori. Oggi in tutta fretta si vuole bloccare l'intero progetto, magari annullando l'autorizzazione al Muos e identificando un altro sito più idoneo (o dove la popolazione è meno organizzata). Dopo che il governo statunitense ha già speso milioni di dollari in edifici e sistemi. Dopo che l'immagine del nostro paese è stata ulteriormente compromessa.