di Maurita Cardone
Chi ha detto che l'Italia esporta solo opera? Venerdì sera, al Cielo, locale culto del Meatpacking district, si esibisce un'icona italiana della musica da discoteca, Claudio Coccoluto. Trenta anni di musica house alle spalle e ancora tanta voglia di diffondere queste sonorità, che, dice, "sono un linguaggio globale di aggregazione giovanile, al di là dei confini nazionali".
Per chi negli anni '90 frequentava la scena disco underground in Italia, Coccoluto è il nome simbolo della house music. Il Dj, che si è più volte esibito negli USA, torna oggi sulle scene newyorchesi dopo 14 anni. Lo incontriamo allo Standard Hotel da cui, con la sua formazione da architetto (Coccoluto lasciò la facoltà di architettura quando cominciò ad avere successo dietro alla consolle), è estasiato. Come lo è dai tanti cambiamenti che la città ha subito dal 1999: "L'ultima volta in cui sono stato in questa zona, davanti al locale dove suonavo, la notte scaricavano pesce spada e tranci di carne. È incredibile quello che sono riusciti a fare con questo quartiere".
Fonte: La Voce di New York
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