Sexy molto prima di Apple. Tracce italiane nella Valley

Mar 12, 2013 1140

SAN FRANCISCO - Prima di Apple, Dell, Google e Facebook, c'era Olivetti e c'era un nutrito drappello di ricercatori Italiani. Trasferendosi negli Stati Uniti finirono per giocare un ruolo fondamentale negli eventi che hanno fatto della Silicon Valley il centro planetario dell'innovazione tecnologica e sociale. La "love story" tra gli italiani e questa parte del mondo assolutamente unica cominciò quando la Valley non esisteva nemmeno. Il primo ad arrivarci, restandone affascinato, fu Camillo Olivetti alla fine dell'Ottocento. All'epoca aveva dinanzi niente altro che una vasta spianata di aranceti a sud di San Francisco conosciuta come The Valley of Heart's Delight, la valle che delizia il cuore. L'ambizioso progetto di Camillo era quello di insegnare alla Stanford University che, appena fondata, si riproponeva già di diventare l'MIT del west statunitense. Dopo i lui, negli anni '40, arrivarono scienziati illustri tra cui il Nobel per la Fisica Emilio Segre e Lorenzo Emo.
La Valley in quel periodo è conosciuta col nome di Microwave Valley, ovvero la valle delle microonde. Ne è nume tutelare Frederick Terman. Paladino della guerra elettronica contro la Corea del Nord e i comunisti. Docente di ingegneria elettrica a Stanford, Terman è accreditato di aver spinto il duo HP a fondare la Hewlett Packard in un garage di Palo Alto. Il Jobs dell'epoca è William Shockley, mercuriale capo della Shockley Semiconductor. Le aziende di maggior spicco sono la Varian Associates, la Kodak Eastman, la Hewlett Packard e la General Electric, la gran parte stabiliscono i loro uffici nell'appena inaugurato Stanford Technology Park. E così, via via, passando per gli anni Settanta per arrivare poi ai giorni nostri sono arrivati ricercatori come Federico Faggin, creatore tra l'altro del 4004 - il chip che rese possibile l'avvento del personal computer; Alberto San Giovanni Vincentelli, vincitore del Phil Kaufman Award (considerato il Nobel della CAD Industry) e fondatore di Cadence Labs; Roberto Crea, considerato uno dei padri fondatori dell'industria biotecnologica e co-inventore dell'insulina umana ricombinata dai batteri; Enzo Torresi, creatore del mitico Olivetti Advanced Technology Center di Cupertino - il primo incubatore tecnologico della storia dell'information technology - e detentore di un uno dei principali brevetti per lo sviluppo degli schermi a cristallo liquidi; Ezio Valdevit, ex fellow della Brocade Communications e conosciuto nell'industria della storage area network come il padre dell'FSPS. E su, su fino a Lorenzo Thione con Powerset che è poi diventato il cuore di Bing; Augusto Marietti di Mashape e Andrea Vaccari di Glancee, che nel 2012 è stata acquistata da Facebook che ne temeva la concorrenza. E il gruppo di questi esuli per amor di ricerca e avventura intellettuale, alla ricerca di palcoscenici globali sui quali giocare un ruolo determinante si allunga di giorno in giorno.

La storia di questi italiani e del loro contributo alla narrativa dell'innovazione tecnologica che emerge da Silicon Valley adesso viene celebrata da Sexy Before Apple. The Italian Experience in Silicon Valley, una mostra organizzata da The Computer History Museum, di Mountain View, un'istuzione considerata il tempio della cultura digitale contemporanea, in occasione dell'Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti. "Per molti aspetti l'esperienza Italiana è unica nel panorama della Silicon Valley, non solo perché una comunità così piccola esercita un'influenza che va ben oltre la forza dei suoi numeri, ma anche per l'ampiezza del suo contributo. Un apporto che spazia dall'informatica alle biotecnologie e contribuisce anche a definire la nuova natura di Silicon Valley come centro non solo geografico ma anche come uno spazio elaborativo nel quale le esperienze aziendali e rami scientifici diversificati convergono nella creazione di nuovi prodotti e di nuovi settori industriali", afferma Alex Bochannek, curatore del CHM e co-curatore, con chi scrive, di Sexy Before Apple.

Bioinformatica, nutraenergetica, social networking, energie rinnovabili, nanotecnologie e cinema digitale sono settori nei quali ricercatori del Belpaese e aziende della Silicon valley fondate da italiani svolgono un ruolo trainante. "Non è solo nella definizione del discorso sull'innovazione che gli italiani si distinguono da altri gruppi etnici. Il ruolo che svolgono nel definire la mitologia di questa megadigitopoli che è diventata la regione che spazia da Napa Valley alle cittadine a sud di San José è più sottile: sono parte dell'ingegneria fondamentale che alimenta lo spirito pionieristico dei luogo, il sogno californiano, nel futuro", affermano i curatori della mostra.

Aperta dal 12 di marzo, Sexy Before Apple. The Italian Experience in Silicon Valley durerà un mese ed è parte delle manifestazioni organizzate dalla comunità italiana d'America in occasione delle celebrazioni dell'Anno della cultura Italiana negli Stati Uniti. Resa possibile dalla generosità di donatori publici e privati, tra i quali fanno spicco Indoona, Bank of the West, Mind the Bridge e Campania Felix, LLC, Sexy Before Apple è diponibile anche come applicazione mobile, scaricabile senza costi dagli store Android e Apple, e la si trova cercando "Italian Innovation Day".

di Paolo Pontoniere / Repubblica

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