Italiani all’estero e made in Italy, gli USA 'corrono' con le macchine italiane

Mar 10, 2013 856

Il 2012? I primi nove mesi si sono chiusi con un +23%. La nuova tappa del nostro viaggio nell'export italiano destinazione Stati Uniti ci porta a un altro successo, quello firmato, questa volta, dal settore dei macchinari rappresentato dalla Federmacchine, la federazione nazionale delle associazioni dei produttori di beni strumentali destinati allo svolgimento di processi manifatturieri dell'industria e dell'artigianato che raccoglie 3.300 imprese per un totale di 141.000 addetti. Un settore che, complessivamente, nel 2011 ha registrato un fatturato di 28 miliardi di euro con un export valutato al 70%. E in questa grossa fetta il mercato statunitense sta diventando ogni giorno sempre più importante. Il 'Made in Italy' del settore è apprezzato dagli utilizzatori di tutto il mondo per gli elevatissimi standard tecnologici e per quella che è definita come una 'forte personalizzazione dell'offerta'. Caratteristiche che hanno conquistato il mercato USA che si sta rivelando ormai di importanza fondamentale per le nostre aziende. Il +23% dei primi nove mesi del 2012 registrato negli USA ha rappresentato il tasso di crescita più elevato tra i primi dieci mercati di sbocco e con quasi un miliardo di euro venduto agli americani dalle imprese che fanno parte di Federmacchine, gli Stati Uniti si apprestano a trasformarsi nel secondo mercato estero per il settore. "Perchè i nostri prodotti sono vincenti" afferma Giancarlo Losma, presidente di Federmacchine. Ecco che allora per conoscere ancora a più a fondo i mercati americani, l'ICE, l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, in collaborazione con Federmacchine ha svolto una indagine tra le aziende manifatturiere dei paesi Nafta (North American Free Trade Agreement).

'Machines Italia Awareness Survey Nafta 2012' è stato creato proprio per conoscere, dai clienti attuali e potenziali, pregi e difetti dei costruttori italiani e l'elevato contenuto di innovazione, la tecnologia superiore alla media dell'offerta internazionale di settore, adeguato rapporto qualità-prezzo sono stati gli aspetti che maggiormente sono stati segnalati dai partecipanti al sondaggio. Certo, non solo pregi, ma anche qualche difetto perchè a fronte di una piena promozione sugli aspetti oggettivi dell'offerta, l'industria italiana della meccanica strumentale viene giudicata ancora carente nei servizi post-vendita: dal supporto tecnico per assistenza e ricambi non sempre tempestivo, ai costi di manutenzione troppo elevati e alle difficoltà di comunicazione. Carenze sulle quali si vuole lavorare per rendere il prodotto e la sua immagine sempre migliore.

Il sondaggio è stato condotto attraverso interviste somministrate a circa 700 tra manager e responsabili acquisto di industrie manifatturiere locali di tutte le dimensioni (piccole, medie e grandi multinazionali) di Canada, Messico e Stati Uniti, su un campione di aziende manifatturiere rappresentative delle imprese che utilizzano macchinari e attrezzature di 15 settori (dalle macchine per la lavorazione dei metalli a quelle per il settore alimentare) composto soprattutto da imprese statunitensi e canadesi (rispettivamente, circa il 65% e il 25% delle imprese intervistate). Ma l'indagine è stata allargata per la prima volta anche al Messico, dove i 60 manager interpellati hanno evidenziato come la buona qualità e l'affidabilità costituiscano le principali variabili motivazionali alla base della scelta d'acquisto di macchinari italiani rispetto all'offerta della concorrenza.

Del 38% degli intervistati, rappresentato da utenti o da utilizzatori in passato di macchinari italiani, circa la metà ha affermato che, grazie al contribuito dei macchinari italiani acquistati, si è potuto procedere alla realizzazione di prodotti che altrimenti non sarebbero stati in grado di realizzare. Collocandosi al quarto e al terzo posto tra i paesi di origine dei macchinari acquistati rispettivamente dalle imprese statunitensi canadesi, l'Italia risulta essere particolarmente rinomata soprattutto per le macchine agricole, per la lavorazione del marmo, della pietra e del legno. Non si deve nemmeno dimenticare poi che l'Ice, all'interno di un budget globale di 30 milioni di euro per le attività promozionali, ne dedica al settore dei beni strumentali 7 milioni, un grossa fetta giustificata però dai grandi risultati ottenuti.

di Roberto Zanni / Gente d'Italia / Italia chiama Italia

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