We often analyze the dynamics that bring increasing numbers of Italian citizens to migrate to the United States. We talk to lawyer Annalisa Liuzzo, who can give us the point of view of someone who helps many Italians understand what they need to do, and when and how to do it, to try and achieve their American dream. Annalisa is the perfect example of the successful mix of Italian and American traits: she is kind and competent, enthusiastic and attentive, passionate and dedicated.
Annalisa – every year you meet several Italian citizens who dream of moving to work and live in the United States. Who are these people, and why do they want to go to the USA
I have been a lawyer for 18 years, and over this period of time I have had the privilege of witnessing an evolution of Italian migration to the United States. In the beginning of my career, I mostly met the classic importer of Italian products – mainly wine and food products – as well as young graduates from wealthy families. But today, the number of talented young people with the motivation to succeed keeps growing. They are aware that if they work hard, they can have a chance in the United States.
Many such people continue to arrive today. Aside from them, there are very many people who choose to invest here, and others who simply understand the importance of adding professional experience in the United States to their résumés – in American companies or Italian subsidiary companies in the U.S. Lastly, there are those who try and start their businesses for the first time in the United States. It may be that the years of the economic crisis in Europe have pushed increasing numbers of Italian citizens to look for opportunities elsewhere. Plenty of people today are willing to try and bet on a decisive change of life, induced by the state which they deem Italy to be in.
What are the questions you are most frequently asked and the most common situations you deal with?
In general, the question I am most frequently asked is: can I work for myself, as an autonomous professional? And unfortunately I have to reply that generally the answer is no, this is not possible. Naturally, the issue of the visa is the most important. The visa we mostly apply for on behalf of our clients is the E visa, because there exists an treaty between Italy and the United States which provides that Italian-owned companies that import or export with Italy can employ Italian managers and executives in the U.S. We often apply for the E visa also for investors in order that they may oversee and manage the companies in which they have invested.
Another important sector that attracts a lot of Italians – all extremely talented and in need of a visa – is that of the arts. The visa for artists, actors, scientists and business professionals is the O visa.
Then there is the H1B visa. Unfortunately, only 65.000 of these are released each year, on condition that a non-American individual with a specific specialized degree is offered a job by an American company. There are many highly qualified and skilled Italian citizens who come to the USA with this type of visa.
There is hope that the new migration of Italian young professionals will help renew the Italian community and break the stereotypes that are still associated with Italian-Americans today…
This is true. The Italians arriving in the United States are highly skilled and often have advanced professional training. Naturally, they bring their youth and innovation to the Italian community here, which as a result is changing and being modernized. All over New York you now hear more people speaking Italian than I did when I was a child. And I am often told I am lucky, when I say to an American that I am Italian.
The level of excellence and quality of all things Italian has really increased here: think of Italian restaurants – today we have some among the best in the world here. This contributes significantly to breaking the stereotypes about us. Luckily I think this trend is set to continue, increasingly helping every Italian in America feel appreciated for his or her real value, just like it should be.
What advice would you give to the people who dream to live and work in the United States?
If they have this dream they need to have a plan and the right amount of determination. I have seen many Italians be successful here, and what all of them understood was that simply having a high quality product or great personal skills – or the right idea – is not enough. They need to get to know the United Sates and adapt to this market, integrating its cultural and economic rules. They need to believe in themselves and their abilities and understand how best to make the most of them and become successful in a country that has many differences compared to Italy. The word to describe this attitude is “commitment”. Commitment leads to success. This is what makes the United States an exceptional country, still today.
Analizziamo spesso le dinamiche che portano sempre più italiani a emigrare negli Stati Uniti, e abbiamo pensato di parlarne con l'avvocato Annalisa Liuzzo, che ci può dare il punto di vista di chi aiuta tanti italiani a capire cosa va fatto, come e quando, per provare a realizzare il proprio sogno americano. Annalisa è un classico esempio di riuscito mix tra Italia e America: gentile e competente, entusiasta e attenta, appassionata e dedicata. Quella di emigrare è decisione a volte drammatica, ed è buona cosa sapere che almeno ci si affida a chi interpreta la professione con vero interesse per i suoi clienti. Anche perché su questa materia la legge americana è davvero complicata.
Avvocato Liuzzo, lei è uno dei più importanti giovani avvocati nella comunità italiana di New York: una professionista di successo, molto conosciuta e apprezzata a New York, componente del board di diverse istituzioni italoamericane. Ci dica qualcosa in più sulla sua storia di italoamericana.
Considero una grande fortuna il fatto di essere nata negli Usa da genitori emigrati dall'Italia, in anni in cui c'erano meno italiani rispetto ad ora o rispetto a periodi precedenti alla mia nascita. Sono cresciuta in una casa in cui si parlava italiano, insieme con altri quattro fratelli e sorelle, e devo dire che mi sono sempre sentita decisamente più italiana che italoamericana. Mio padre non guardava il baseball ma il calcio, e io sono cresciuta essendo un po' differente dalla tipica bambina e poi ragazza italoamericana. Oggi continuo a sentirmi felice e fortunata, visto che da avvocato sono orgogliosa di poter aiutare gli italiani a venire a vivere in America e a portarvi le loro tante qualità. Sono il legale della Camera di Commercio Italiana a New York e fra i mie incarichi mi piace ricordare di essere nel board di Ilica (Italian Language Intercultural Alliance) che si occupa di promuovere e descrivere in maniera innovativa la cultura italiana a tutti coloro che sono negli Stati Uniti.
Lei incontra ogni anno diversi italiani che hanno il sogno di spostarsi a vivere e a lavorare negli Stati Uniti. Chi sono questi italiani, e perché vogliono andare negli Usa? C'è un trend crescente riguardo alle richieste di immigrazione negli Usa da quando lei ha iniziato la sua carriera ad oggi?
Faccio l'avvocato da 15 anni, e devo dire che ho visto evolvere l'emigrazione italiana negli Stati Uniti in questo periodo. All'inizio della mia carriera incontravo principalmente il classico importatore di prodotti italiani, soprattutto enogastronomici, insieme a giovani laureati ma di famiglie piuttosto benestanti. Ma andando avanti col tempo, sono aumentati sempre più i ragazzi dotati di grande talento e voglia di farcela a prescindere dalla condizione economica delle loro famiglie, consapevoli che negli Stati Uniti lavorando duro avrebbero avuto una possibilità. Oggi questi italiani continuano ad arrivare, e oltre a loro vengono anche coloro che vogliono investire qui, altri che semplicemente comprendono la necessità di avere nel loro curriculum un'esperienza negli Usa - sia essa in aziende americane come pure in aziende italiane che operano anche qui; e infine chi cerca di aprire una sua azienda direttamente negli Stati Uniti.
Gli ultimi anni di crisi in Europa hanno contribuito ad aumentare le richieste di informazioni e di aiuto da parte di nostri connazionali, e certamente non mancano coloro che oggi vogliono provare a scommettere su un deciso cambio di vita dovuto alle condizioni nelle quali a loro avviso si trova l'Italia. Alcuni di loro hanno un accento forse più preoccupato di altri che li hanno preceduti, da italiana percepisco il loro dispiacere nel lasciare l'Italia e capisco che non è una scelta facile.
E' un numero purtroppo in grandissima crescita, piuttosto impressionante anche perché non è calato nemmeno dopo la crisi che gli Usa stessi hanno vissuto dal 2008 in poi.
Quali sono le domande più frequenti che si sente fare, le situazioni più comuni che le capitano?
Generalmente la domanda che mi sento fare di più è: posso lavorare per conto mio, come professionista autonomo? E purtroppo devo dire loro che no, non possono. Ovviamente la questione dei visti è quella più importante. Il visto che richiedo più spesso per conto dei miei clienti è il visto E, perché esiste un trattato tra Italia e Stati Uniti secondo il quale le società italiane che fanno affari con gli Usa possono impiegare qui manager e dirigenti provenienti dall'Italia; mi capita spesso di richiedere il visto E anche per investitori che vogliono monitorare e dirigere le aziende in cui hanno investito. Un altro importante settore in cui sono numerosi e davvero molto talentuosi gli italiani che richiedono un visto è quello degli artisti, degli attori e di coloro che fanno parte del mondo dello spettacolo per i quali si richiede il visto O.
Inoltre c'è il visto H1B: purtroppo ogni anno ne vengono rilasciati solamente 65.000, e richiede che venga offerto un lavoro da parte di un'azienda americana ad un individuo non americano che abbia una specifico laurea specialistica: ci sono diversi italiani altamente qualificati e specializzati che entrano negli Usa con questo visto.
C'è la speranza che la nuova emigrazione di italiani giovani e professionisti possa aiutare a rinfrescare un po' la comunità italiana e combattere meglio gli stereotipi dei quali ancora oggi sono vittime gli italoamericani. Lei è d'accordo?
Assolutamente. Arrivano negli Stati Uniti italiani con altissime qualità e un'elevata formazione professionale, che naturalmente stanno portando la loro gioventù e innovazione alla comunità italiana che è qui permettendole di mutare e aggiornarsi. In giro per New York sento spesso parlare italiano, molto di più di quanto non mi accadesse quando ero bambina: e mi capita molto di frequente di sentirmi dire che sono fortunata, quando parlo con qualcuno americano e dico di essere italiana. È aumentato il livello di eccellenza e qualità di ogni cosa italiana qui: pensiamo ai ristoranti italiani, oggi ce ne sono qui alcuni che sono fra i migliori al mondo, e sono cresciuti molto rispetto a quelli di una volta. Certamente questa cosa contribuisce molto a promuovere il cambiamento verso gli stereotipi che ci riguardano, ed è un trend che per fortuna proseguirà aiutando sempre più ogni italiano in America a sentirsi apprezzato per il suo reale valore, come è giusto che sia.
A coloro che ci leggono e che hanno il sogno di vivere e lavorare negli Stati Uniti, che consiglio darebbe?
Mi lasci essere semplice e diretta: se hanno questo sogno devono avere un piano, e dotarsi della irrinunciabile giusta grinta, che qui possiamo definire il "drive". Ho visto tanti italiani avere successo qui, e tutti hanno capito che non basta semplicemente avere un prodotto di qualità, o grandi capacità personali, o l'idea giusta. Bisogna imparare a conoscere gli Stati Uniti, adattarsi a questo mercato, integrarsi con le sue regole culturali ed economiche. Si deve credere in se stessi e nelle proprie capacità e comprendere quale sia la giusta strada per utilizzarli ed avere successo in un paese che ha molte differenze rispetto all'Italia. C'è una parola che descrive questo atteggiamento, ed è "commitment": la determinazione. È quello che rende ancora oggi gli Stati Uniti un paese eccezionale.