Il 16 dicembre 1796, in quello che era ancora il Regno delle due Sicilie, nasceva la più antica sede diplomatica degli Stati Uniti in Italia, e la settima in tutto il mondo.
Le relazioni commerciali tra Napoli e il Nuovo Mondo sono quindi di vecchissima data e furono anche culturali perché dalla Capitale del Sud partirono anche centinaia di artisti assieme ai milioni di emigranti meridionali che andarono alla volta della "Merica" tra il 1870 e il 1920. Musicisti, cantanti lirici, artiste di cafè chantant, e ancora impresari, maestri di canto e letterati sono alcune delle categorie di "skilled workers" che non ebbero problemi di visto per sbarcare a New York.
Ma questa infusione di napoletanità a New York non fu a senso unico. Solo gli storici della settima arte sanno che il cinema italiano muto dei pionieri era un'industria affermata che non aveva niente da invidiare a Hollywood. Napoli e Torino erano le capitali del cinema italiano e curiosamente nel capoluogo partenopeo si sviluppò un filone particolare di film legati ai movimenti migratori, da e per gli Stati Uniti. Nel 1924, il regista Eugenio Perego realizzò Vedi Napule e po' mori!, facendo già del meta-cinema perché raccontava la storia di Billy, produttore cinematografico americano, che giunge a Napoli per le riprese del suo film e per la parte di protagonista sceglie Pupatella, figlia di un'umile famiglia di pescatori. Pupatella è Leda Gys, diva del muto della stessa caratura di Francesca Bertini, mentre suo fratello è interpretato da un ancora adolescente Nino Taranto.
La pellicola, prodotta dalla Lombardo Film (la futura Titanus), è persino a colori, con una gran varietà di virati, e rimane importante anche per la commistione con il genere documentario perché mostra le immagini rarissime del Festival di Piedigrotta in versione fascista del 1924. A raccontare la storia del film e contestualizzarne il periodo, nella stessa clip, è la docente e storica del cinema Giuliana Muscio, autrice del libro Piccole Italia, grandi schermi sul cinema dei migranti italiani negli Stati Uniti, assieme a Vito Zagarrio, curatore del Roma Tre Festival, l'annuale rassegna dedicata alla ricerca scientifica sul cinema, il teatro, la musica e la videoarte.
La proiezione si è tenuta al Palladium, teatro del popolare e vivacissimo quartiere romano della Garbatella, con sonorizzazione dal vivo dell'orchestra dell'Università di Parma diretta dal maestro Luca Aversano
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