Columbus Day: si può trasmettere ancora cultura italiana senza parlare più italiano?

Oct 18, 2013 877

di Stefano Vaccara

Lo confesso: la festa del Columbus Day mi porta un po' di tristezza, quasi mi incupisce. Da un po' di tempo ormai. E devo confessare anche che la mia tristezza non scaturisce dal dolore che sentono i discendenti dei nativi americani, dal Nord al Centro al Sud America, che considerano l'anniversario dell'arrivo di Cristoforo Colombo alla stregua di una giornata di lutto, dato che per loro è l'inizio della fine per le civiltà dei loro avi, un Olocausto culturale che non si può dimenticare e che per loro non si dovrebbe celebrare. Rispetto questo dolore. Mi fa riflettere, ma non è quello che sento adesso. Non riesco a immedesimarmi in quel dolore. O meglio, non riesco a sentire Colombo come il responsabile di tutte quelle sofferenze. Certo la sua "scoperta" dell'America ne diventa il simbolo, ma non si può dare tutta la colpa all'esploratore di quello che avvenne dopo.


Comunque non è questo che non mi fa "vivere" la festività del Columbus Day come giornata dell'orgoglio italiano in America.

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Fonte: La Voce di New York

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