Il Console Generale Usa: su turismo e seta state tranquilli

May 18, 2013 4168

In mattinata ha incontrato il sindaco di Como, Mario Lucini, assieme all'assessore Gisella Introzzi. Poi, nell'ambito della sua visita in città, il Console Generale degli Stati Uniti, Kyle Scott, ha offerto una colazione di lavoro ai giornalisti locali. Con lui era presente il Console per gli Affari Economici, Matt Zamary.


Diversi gli spunti della chiacchierata che il Console Generale ha accettato di fare, toccando temi che stanno a cuore ai comaschi. Scott ha ribadito il forte interesse dei cittadini americani per il Lago di Como, meta turistica che si conferma molto attrattiva. «Io penso che dagli Stati Uniti giungerà qui sempre un gran numero di visitatori - ha detto - Per lo più, si tratta di benestanti desiderosi di conoscere la bellezza di questi luoghi e, naturalmente, il cibo italiano».


L'Italia e il Comasco, secondo il diplomatico d'Oltreoceano, sono percepiti come luoghi sicuri e ricchi di tradizioni interessanti.


Sotto il profilo economico, Kyle Scott ha sottolineato che la percentuale di export reciproco tra Usa e Nord Italia è pari a oltre il 60% del volume totale di affari tra gli stessi Stati Uniti e l'Italia. «A causa della crisi - ha tuttavia detto - oggi non si sceglie spesso di investire in Italia. È più frequente il caso delle imprese italiane che guardano all'America come a un sistema di lavoro più flessibile e, pertanto, ricco di opportunità, tenuto conto anche del fatto che Stati Uniti, Canada e Messico, insieme, rappresentano un mercato di 600 milioni di persone».


Nello specifico, per quanto riguarda l'export dei prodotti serici e il timore diffuso di un calo irreversibile delle quote di mercato, il Console Generale ha dato conto della percezione di un forte movimento negli Usa favorevole al ritorno ai tessuti naturali con una conseguente ripercussione positiva sulla seta. «Nonostante il prezzo molto alto dei prodotti serici - ha concluso - la qualità e il design italiani fanno la differenza rispetto alla scelta in favore di prodotti cinesi. Il "made in Italy", insomma, rimane speciale per i cittadini statunitensi. L'Italia, però, deve saper mantenersi competitiva proprio in termini qualitativi».


Un ultimo cenno è stato riservato da Kyle Scott alla sede di Bellagio della Fondazione Rockefeller e alla sua forte valenza a sostegno della cultura e delle cause sociali.

Fonte: http://www.corrierecomo.it

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