Alla scoperta dell'America e alla sua conquista, più come una family Groove aquilana che come emigranti in fuga. Partire è un po' morire, «chi è felice non si muove» (Thomas Mann), è vero, ma Michele Morelli e Stefano Biasini del Gran caffè dell'Aquila non scappano, piuttosto inseguono un sogno americano, un american dream, in cerca di un'altra possibilità, scommettendo ed esportando professionalità e aquilanità.
«Vista la situazione attuale della città - spiega Morelli -, già da tempo avevamo partorito l'idea di trovare un'alternativa all'Aquila. Non ci sentiamo tutelati e le istituzioni ci hanno abbandonato dopo la riapertura post sisma dell'attività in viale Corrado IV. Dieci anni fa il Gran caffè dell'Aquila apriva in piazza Duomo, diventando un punto di riferimento storico per la città, primo bar con torrefazione interna e con una nuova filosofia di lavoro. Ora alla nostra porta bussa il destino e veste i panni di un italo americano di Philadelphia, Pennsylvania, proprietario di diversi ristoranti. Enrico Ferrauto ha creato il contatto e l'imprenditore è venuto all'Aquila, ha potuto constatare la nostra professionalità, ha potuto gustare il nostro gelato (La Piazzetta gelateria), che, successivamente, ha visto vincere, con il gelato d'oro, alla selezione nazionale di Rimini. C'è stata un'accelerazione nel progetto di una società che ricreerà il Gran caffè dell'Aquila (ma in America il nome sarà Gran caffè L'Aquila, ndr) in versione statunitense, con torrefazione artigianale a vista, gelateria artigianale e wine bar, rigidamente con materie prime italiane».
Il progetto è ben avviato, non c'è ancora la firma sul contratto, ma c'è la data beneaugurante dell'apertura: 16 luglio 2013, esattamente dieci anni dopo quella in piazza Duomo. Come a voler sottolineare una ripartenza professionale e umana. Il 26 febbraio Morelli volerà a Philadelphia per scegliere il locale più adatto tra i sei già selezionati. Biasini e parte dello staff si trasferiranno in Pennsylvania e si occuperanno della gelateria, mentre Morelli penserà alla gestione del locale dividendosi tra Stati Uniti e L'Aquila. «Gli aquilani possono stare tranquilli - conclude -. Nonostante i bastoni tra le ruote, le difficoltà e la rabbia che monta ogni giorno di più, non chiuderemo l'attività in viale Corrado IV. Almeno per il momento... Il successo in America, infatti, unito al perdurare della situazione di inerzia all'Aquila, potrebbe suggerire la chiusura, anche se la scelta non sarà facile comunque».
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