
BY: Helga Marsala
Un’Italia a più velocità, fra differenze sedimentate e spesso radicali, che quasi si stenta a credere si tratti di una Nazione sola. Unita dall’enorme ricchezza culturale, divisa nella capacità di amministrarla, di farne occasione di crescita, sviluppo, aggregazione, maturazione sociale. Strumento di consapevolezza civica e anche volano per l’economia, che non significa bieco sfruttamento commerciale – come paventano certi puristi – ma possibilità di generare ulteriori risorse a partire da sacrosanti investimenti, secondo logiche di rispetto dei siti, dei beni, della loro identità, destinazione d’uso e storia.
UN PATRIMONIO DIFFUSO
Da un lato dunque l’Italia che spinge, fra turismo e valorizzazione, tutela e produzione, restauro e innovazione, dall’altro l’Italia che ignora, che getta a mare milioni di euro (leggi “risorse UE”), che coltiva forme di decadenza varia. La Fondazione Openpolis ci ha fatto una ricerca, conclusa nel dicembre 2017. Sono i dati più recenti da poter compulsare per ottenere una fotografia del Paese rispetto al tema cultura e beni culturali.
SOURCE: https://www.artribune.com
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